martedì 1 ottobre 2013

Recensione: CARA COGNATA TI ODIO di Corinne Savarese

Buon pomeriggio cari lettori,
quale libro vi accompagna in quest'inizio d'autunno? Questo è il periodo dell'anno, dopo la primavera, che preferisco perchè la campagna si tinge dei colori che amo: arancione, giallo, rosso e marrone. Lo sò, è una stagione malinconica ma a me piace. Ok, del tempo ho parlato adesso posso passare al libro che recensisco oggi, ve l'ho presentato con il suo incipit la settimana scorsa. E' un'autrice italiana alla sua prima pubblicazione, il genere è molto divertente e per darvi un'idea, è sulla scia di Sophie Kinsella. 






Scheda libro:
Titolo: Cara Cognata ti odio
Autore: Corinne Savarese
Editore: Amazon
Prezzo: 2,68 euro
Link utile: http://www.amazon.it/Cara-cognata-ti-odio-ebook/dp/B00DBG0RQC



Trama:

Può una cognata creare così scompiglio da rendere impossibile una relazione? O essere così invadente, invidiosa, gelosa e cattiva da far di tutto pur di continuare ad essere l'unica donna per il proprio fratello? Può passare ogni limite consentito pur di raggiungere il proprio obiettivo? O arrivare a tentare di distruggerti la carriera, la dignità, la vita e il fidanzamento?
A quanto pare sì. Lo fa Annabella, sorella di Andrea. Dopo averlo cresciuto come una madre, ora pretende di dettare le regole della sua vita, imponendosi su Daphne. Quella che inizialmente sembra una bella amicizia tra le due, si trasforma in un incubo nel momento in cui il suo trono di primadonna inizia a vacillare. Annabella arriverà a compiere gli atti più assurdi, pericolosi, meschini e illegali pur di far fuori la nuova fidanzata di suo fratello.
"Cara cognata, ti odio!" è il primo libro della serie "Cara, ti odio!" La serie "Cara, ti odio!" vuole raccontare con ironia e sarcasmo tutta una gamma di relazioni problematiche di personaggi, caricature di sé stessi, con cui quotidianamente ci scontriamo, spesso portate al limite del paradosso, del buonsenso e della comprensione. 

Autrice:

Mi chiamo Corinne Savarese, ho 35 anni, sono sposata e ho 4 bimbi. Nata e cresciuta a Milano, dove ho studiato lingue straniere, vivo ora nelle Marche. Qui, insieme a mio marito e i miei bimbi, un chihuahua e un siamese, trovo anche il tempo di divertirmi scrivendo. Scrivo solo e unicamente di notte, perché è l'unico momento in cui riesca a chiudere il mondo esterno fuori e immergermi nelle mie storie. E quando lo faccio divento parte integrante di esse.

Il mio pensiero:

Ho conosciuto questo libro perchè l'autrice l'ha segnalato a Idib - Be e sono stata colpita dal titolo. Odio è una parola forte e accanto a cognata mi ha fatto subito pensare al genere di "commedia dell'imprevisto". E' un genere che a me piace - sono una lettrice di Sophie Kinsella - e è un genere dove attraverso l'ironia si scava nei rapporti interpersonali, a volte viene sottovalutato perchè è d'intrattenimento, ma secondo me non è così semplice e banale scrivere una storia di questo tipo. O meglio, può essere semplice se la storia ha un solo livello di lettura e risulta perciò davvero banale. 
Ma torniamo a Corinne Savarese. Quando l'autrice ha messo il libro in download gratuito per la settimana del suo compleanno ho sfruttato l'occasione, visto che ormai l'avevo puntato, e ho iniziato a leggerlo. 
Il prologo è una lettera di sfogo alla cognata, molto divertente, che mi ha fatto ridere e mi ha convinto a procedere nella lettura. Lo stile pulito, diretto e divertente delle prime pagine è difficile da mantenere per l'intero libro e l'autrice ha avuto degli alti e dei bassi. Ci sono dei problemi di editing e refusi quà e là, ma essendo un'autopubblicazione vanno messi in conto anche se è un peccato. Faccio un esempio, il nostro bel protagonista maschile Andrea De Michelis all'inizio ha degli occhi verdi in cui perdersi, e me li sono immaginati, ma alla fine del romanzo diventano azzurri. O ancora quando la protagonista Daphne Borgia parla al telefono con l'odiata cognata Annabella e vede la sorella del fidanzato guardarla "con occhi da cerbiatto". Sono piccolezze, è difficile essere editor di se stessi, lo sò bene, visto che scrivo anch'io, però dispiace. 
In generale è un libro divertente, l'incedere degli eventi è incalzante, la cognata è sempre più assurda e cattiva, e regala al lettore delle ore piacevoli. Non sò, vorrei dirvi di più ma è come raccontare un film comico, se vi svelo le parti più divertenti che lettura sarà per voi?
Va bene, ve ne dico una sola fra tutte, il tentato avvelenamento da fave è quella che più mi ha fatto ridere. 
Ci sono poi cose che non ho ben capito. I personaggi sono abbastanza credibili anche se in certi punti scricchiolano, ma quello che mi ha un pò infastidita è l'esterofilia che si percepisce leggendo, a partire dai nomi di persone e luoghi, Andrea de Michelis, Daphne Borgia, il ristorante Nico's. Siamo nel mondo dell'alta società e della moda extra-lusso, gli abiti splendidi che Andrea regala a Daphne fanno sognare ogni donna, però la dimensione spaziale è poco chiara, per certi versi sembra di essere a New York, per altri no. A un certo momento a un party c'è persino Zucchero che canta. Insomma avrei fatto una scelta più netta, o più americano o più italiano. Anche perchè nonostante i soldi e le disponibilità dei personaggi siano chiaramente elevate, Zucchero che canta al party non sono riuscita a immaginarlo. 
La cognata è una stronza epica, ancora di più perchè essendo stra-ricca può permettersi di fare quello che vuole. Con l'andare del libro si comprende che la sua cattiveria è dettata da vari problemi, dalla frustrazione alla gelosia cronica, e il lettore prova una certa pena per Annabella. Però qui l'autrice è un pò frettolosa perchè archivia in due o tre pagine il perdono della protagonista. Dopo che Daphne è stata avvelenata e quasi uccisa, dopo che la cognata l'ha fatta lasciare con il fidanzato perfetto, dopo che le ha rovinato la reputazione e la carriera, la protagonista scappa da tutti e si rifugia in barca per due mesi estivi di vacanza, a riflettere. Le domande che mi sono venute: come fa un titolare di agenzia di comunicazione a sparire per due mesi? e se anche fosse, in sole tre o quattro pagine, come fa il lettore a immedesimarsi nella sofferenza di Daphne? Perchè quando torna a casa è pronta a perdonare Andrea e Annabella. Ho sentito la mancanza di un passaggio emotivo, io, dopo quelle poche pagine, Annabella l'avrei ancora ammazzata altro che perdono. 
Questo è il primo libro di una serie "cara ti odio", penso che l'autrice abbia tutte le carte in regola per migliorarsi e regalarci un secondo libro fantastico. 
In generale è una buona lettura. 


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